
Sistema dei servizi per gli anziani della Regione Marche: sviluppo programmatico ed organizzativo - Prevenire, contrastare, ridurre ed accompagnare la non autosufficienza.
Così è stato titolato il “piano di lavoro” che il Servizio Politiche sociali ha elaborato assieme al servizio salute e che costituisce il percorso avviato da alcuni anni ormai nello specifico di questa fascia di età così importante per la nostra regione.
Il processo di invecchiamento della popolazione, che interessa le Marche all’interno di un più ampio ribilanciamento delle fasce di età proprio di tutti i Paesi ad economia avanzata, sollecita un deciso ripensamento delle dinamiche di Welfare. Al variare dei pesi nella piramide demografica si associa infatti una rimodulazione delle priorità e delle qualità specifiche della domanda di protezione e cura sociale; mentre al tempo stesso viene a crescere la quota di popolazione che non partecipa direttamente alla produzione di reddito, e quindi alla generazione delle risorse fiscali per il sostegno delle politiche di solidarietà e di welfare. Il rinnovamento cui il Welfare marchigiano deve puntare al fine di assicurare ai propri cittadini la massima qualità della vita in età anziana si riconduce alle seguenti finalità:
1 - Elaborare una risposta complessiva;
2 - Sviluppare la rete della solidarietà;
3 - Evitare le tentazioni economicistiche;
4 - Individuare le priorità;
5 - Integrare le politiche ed i servizi;
6 - Assicurare il “diritto a star bene”;
Nella Regione Marche vi sono 306.000 persone con più di 65 anni di età, pari al 21,8% della popolazione totale (contro il 18,6% dell'analogo tasso per l'Italia). Le donne vivono in proporzione più a lungo degli uomini. Si tratta di un numero elevato e in continua crescita. Sono percentuali fra le più alte in Italia e in Europa che rendono l’immagine di una Regione nella quale si vive a lungo.
Un terzo della vita trascorre nella condizione di persona anziana. Questa inedita opportunità, può essere colta come occasione per una “nuova stagione di vita”. Occorre quindi riferirsi al termine “anziano” avendo consapevolezza della sua pluralità di significato. Una quota significativa di anziani è relativamente “giovane” e “attiva” non solo nella loro personale trama relazionale ma anche, benché con visibilità minima, nella trama sociale e, spesso, in termini di solidarietà economica e finanziaria, danno corpo all’ormai consueta affermazione dell’anziano come “risorsa sociale”.
Non c’è niente di naturale nella solitudine degli anziani. L’isolamento non è il frutto di una loro inclinazione, ma è il portatore di barriere sociali che possono essere rimosse. Serve sviluppare il confronto culturale in ordine al patrimonio di esperienza, conoscenza, cultura delle persone anziane, valorizzando quanto di esso può rappresentare un bagaglio prezioso per le successive generazioni.
La sfida che ci sollecita il potenziale presente nelle persone anziane è capire come si possano favorire processi e percorsi nei quali l’età anziana sia pensata e vissuta come età da scoprire e da inventare, nella quale ridare spazio alla creatività e dove possano essere progettate la formazione continua, l’organizzazione del proprio tempo per sé o come scelta di impegno da condividere con altri.
Obiettivi di fondo sono quindi quello di: valorizzare la “risorsa” anziani; sviluppare le funzioni di sostegno alla famiglia e alla vita indipendente dell’anziano; prevenire, contrastare, ridurre ed accompagnare la non autosufficienza.
Attraverso un “accompagnamento della storia naturale dell’età anziana” che vada dalle fasi immediatamente precedenti al pensionamento fino alla situazione di non autosufficienza cronica.